Casa x gioco - Architetti Betta Zoccatelli
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Casa x gioco

Abitare insieme uno spazio per crescere

Il nostro progetto si basa sull’idea che una casa è “a misura di bambino” nella misura in cui sostiene la sua spinta fondamentale: crescere sviluppando appieno le proprie potenzialità come individuo e come essere sociale.
Vorremmo quindi proporre un modello di casa a “misura di bambino”, ma non infantilizzata, bensì autentica, rispettosa e creativa come sono le relazioni e le esperienze di cui necessita ogni bambino per crescere nella sua preziosa originalità.
E in questo senso abbiamo pensato alla casa di Montevaccino come luogo significativo in cui i bambini del Villaggio SOS insieme ai loro educatori possano vivere una situazione accogliente, ma diversa dal solito. Vorremmo che in ogni stagione dell’anno fosse percepita da chi la usa come un luogo in cui sentirsi a casa sperimentando nuove modalità di stare: da soli, in gruppo, con la comunità locale e nella natura.

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Nelle scelte abbiamo tenuto conto dei seguenti punti fondamentali per uno sviluppo armonioso dell’individuo:

  • la costruzione di autonomie, la libertà di scelta, la creatività;
  • l’esperienza di gruppo, il gioco, il rito; -la partecipazione alla vita della comunità e lo scambio intergenerazionale;
  • il rapporto con la natura, il “prendersi cura” come processo riparativo.
casa x gioco

La casa di Montevaccino può essere per i bambini e per i ragazzi del Villaggio SOS un luogo dove vivere alcune di quelle che Duccio Demetrio chiama “esperienze apicali”:

  • l’eccezione, come esperienza del nuovo, dell’imprevisto, dell’avventura;
  • la regola, come esperienza del quotidiano e del limite;
  • l’esemplarità, come esperienza di proposte convincenti e modelli di riferimento;
  • la trasgressione, come esperienza del rischio, dell’imprevisto e dell’avventura;
  • il sogno, come esperienza di prefigurazione del futuro;
  • l’ostacolo ed il successo, come esperienza della dialettica fra ostacoli imponderabili e successo nella varietà delle sue possibili forme. Concretamente abbiamo immaginato:
  • un ingresso costituito da un parco che rende possibile realizzare piccoli eventi culturali;
  • uno spazio “officina” per costruire e riparare;
  • un orto con relativo riparo per gli attrezzi;
  • la casa con un ampio salone apribile verso il parco d’ingresso e trasformabile in un palco;
  • la zona notte: uno spazio unitario articolato in ambiti singoli e di gruppo;
  • la cucina apribile verso il giardino privato;
  • il giardino privato con sedute e “ripari”, anche per animali selvatici e domestici; la casa sull’albero da inventare.
casa x gioco
casa x gioco

Abbiamo scelto di tenere come elemento forte la forma archetipica della casa per restituire al bambino l’immagine che egli ci dà della casa tramite i suoi disegni e rendere visivamente un simbolo di protezione e appartenenza. Forma e materiali rimandano anche al tema della casa di montagna e del rifugio evidenziando il dialogo con il territorio e l’appartenenza alla comunità di Montevaccino.
La casa è contenitore degli affetti, delle attività quotidiane e del gioco come attività quotidiana. Il sistema costruttivo dell’edificio si rifà al gioco delle costruzioni con i legnetti. Il gioco è nella casa. La casa stessa diventa un gioco per imparare ad ascoltarsi, a stare con gli altri, per imparare a scegliere e ricercare soluzioni creative.
Il nostro progetto valorizza la dimensione eccezionale della vacanza e del viaggio, in cui regole e abitudini sono sovvertite, in nome della libertà di scegliere nuovi modi di abitare. Le funzioni sono mantenute separate e ben definite, ma lo spazio è reinterpretato a sostegno della scelta individuale e dell’originalità di ognuno. Pensiamo che i bambini debbano poter partecipare a tutte le attività quotidiane, le misure sono quindi adeguate alla collaborazione tra adulti e bambini. Cucinare, mangiare, dormire, prendersi cura degli spazi può essere un bel gioco, adatto a tutte le età.
Ci sono grandi spazi aperti, con piccoli ambiti, dove ognuno può trovare il proprio posto, la dimensione più adatta a sé in quel momento. Sono facilitati in questo modo lo stare insieme nel gruppo allargato, ma anche la sfera individuale. In questa casa parzialmente destrutturata i bambini possono “costruire” nuove regole, riorganizzare gli spazi e ridefinire le modalità di convivenza e collaborazione. Alcune zone sono a misura di bambino, altre zone pensate perchè gli adulti possano trovare un luogo tranquillo, adatto al riposo.
La casa è pensata come un luogo che protegge, ma in costante dialogo con l’esterno. Le finestre in posizioni e misure diverse aprono lo sguardo al giardino e al paesaggio, come quadri viventi e colorati che cambiano con la luce e con le stagioni. Una parte di casa è stata “svuotata” per lasciare spazio alla grande sala cucina, e i suoi pezzi sono stati lanciati nello spazio esterno dell’ingresso e del giardino, a creare altri piccoli luoghi “utili” a ripararsi, a creare, a fantasticare.

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Abitare fuori

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In vacanza è privilegiato lo stare fuori, non solo per giocare, ma anche per cucinare, mangiare, lavorare e riposarsi. La terrazza e il giardino sono parte della casa, ma offrono nuove possibilità. Anche nello spazio esterno ognuno può scegliere come stare, secondo l’emozione e la fantasia che lo animano. Può scegliere se stare da solo o in gruppo, se guardare il mondo da sopra o da sotto, se nascondersi o mostrarsi, se arrampicarsi in alto o rotolare giù, se guardare le stelle dalla terrazza o se invece dormire all’aperto al riparo della grande casa. Anche qui gli spazi sono poco strutturati perchè siano i bambini in collaborazione con la natura a dar loro nuove forme e significati. Sul fondo del giardino una zona dove i bambini possono costruire la loro “casa sull’albero”.
Il giardino è protetto e delimitato da alberi che valorizzano i colori e i frutti delle diverse stagioni. Offrono riparo agli abitanti della casa, agli ospiti, a piccoli animali selvatici o domestici. Il giardino lascia al bambino libertà di azione e fantasia, richiede però anche rispetto e cura e in questa cura pensiamo che i bambini vadano assolutamente coinvolti e accompagnati, anche con la collaborazione della comunità locale.

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Abitare insieme: i bambini e la comunità di Montevaccino

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Il dialogo con la comunità locale è pensato come un’importante possibilità di scambio, di conoscenze e di competenze, anche intergenerazionale. Il giardino e l’orto, l’officina e il parco d’ingresso sono luoghi dove possono svolgersi attività in collaborazione con referenti esterni e accogliere iniziative della comunità in cui i bambini e gli educatori sono partecipanti attivi.
Il parco d’ingresso si pone in una relazione dialettica con la comunità locale: una leggera pendenza con alcune sedute offre la possibiltà di realizzare piccoli eventi culturali in una sorta di anfiteatro naturale. Sulla sinistra dell’ingresso un ampio riparo attrezzato con lavandini, può ospitare un’“officina”, un luogo dove creare oggetti, riparare e restaurare. Gli oggetti costruiti e restaurati insieme diventano mediatori di relazioni e di processi riparativi per i soggetti che partecipano all’attività.
Per quanto gli educatori e i ragazzi del Villaggio SOS possano occuparsi del giardino, dell’orto e dei suoi frutti, non possono farlo da soli perché non sono presenti in modo continuativo. La condivisione di un lavoro di cura come l’orticoltura può avere un’enorme valenza sociale ed educativa.
Alcuni membri della comunità locale potrebbero condividere la loro esperienza, le fatiche e frutti del lavoro con i bambini e gli educatori del villaggio e sostituirsi ai ragazzi in certi periodi dell’anno. E’ importante che il lavoro dei bambini venga valorizzato dall’attenzione degli adulti. La cura congiunta dell’orto o dei lavori in officina fa sì che nel bambino cresca la consapevolezza del valore del suo operare portandolo così ad una maggiore sicurezza nelle proprie capacità e potenzialità.

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E con questa casa, citando ancora una volta Loris Malaguzzi, vorremmo dire ai bambini e a chi sta loro intorno:

“che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che […] stanno insieme”

_data progetto: 2011
_luogo:   Trento (TN)
_designers:  Andrea Betta, Massimo Chizzola, Lara Zoccatelli
_colsuntants:   Mirta Ferrari, educator

_© photo copyright: Lara Zoccatelli